L'investitore comune

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«Vendi, guadagna e pentiti».


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L’investitore comune costituisce la naturale evoluzione dell’investitore ingenuo ed è caratterizzato da un modello di crescita professionale. Spesso è una crisi di coscienza, dovuta ad eventi traumatici come quelli derivanti dal crollo delle posizioni aperte o da forti perdite di borsa, che lo induce ad approfondire le proprie conoscenze.

L’investitore comune è stato spaventato dai ribassi e ora ha paura anche dei rialzi. Non è più disposto a muoversi autonomamente e, poiché è consapevole delle sue mancanze formative, si rivolge al mercato dell’informazione più o meno professionale. Legge molto e cerca nuovi strumenti che possano togliere i suoi dubbi. Gli investitori comuni hanno un innato comportamento logico e razionale, che permette di ottenere discreti risultati utilizzando con coscienza le indicazioni ed i consigli forniti dagli esperti che seguono, ma purtroppo ciò non è ancora sufficiente e così la maggior parte di loro continua ad incrementare la serie delle performance negative.

Questa è una categoria di investitori molto generica che non utilizza strumenti particolarmente raffinati, come l’analisi tecnica o quella fondamentale, per selezionare i titoli e valutare il timing operativo, ma compra e mantiene i titoli anche per lunghi periodi, a volte regredendo e assumendo il comportamento del “cassettista”, in particolare per i titoli in perdita che mantiene convinto che “tanto nel lungo periodo i titoli crescono sempre”.

Gli investitori comuni sono incapaci di stare fuori dal mercato, ragionano in termini di occasioni perdute e non di rischio ceduto, incapaci di gestire gli stop loss. In questo caso non ci sono speranze di evoluzione verso un livello superiore come quello del trader professionista. Hanno la capacità di trovare cause e giustificazioni per tutti i movimenti di borsa, scordando che le giustificazioni servono a coprire le perdite di denaro, per loro gli investimenti di lungo periodo sono sempre speculazioni a breve termine andate male.


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Anche se l’investitore comune possedesse una sfera di cristallo magica, capace di indicare l’acquisto o la vendita di un titolo, ricercherebbe sempre le cause e le giustificazioni per i movimenti di borsa. La mancanza di visione neutra e disciplina sono l’anticamera del fallimento.


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