Gli angoli. La posizione forte

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Indipendentemente da quale sia l’angolo che l’azione incrocia verso l’alto, il suo andamento indica una salita verso il successivo angolo che rappresenta un punto di resistenza.
Se un’azione incrocia verso l’alto gli angoli 8x1, 4x1 e 2x1 che scendono da un massimo, significa che sta salendo, e quindi, che ha fatto un minimo. Salendo, si trova in una posizione più forte. Tuttavia, per determinare la forza di un movimento che sale da un minimo, è sempre necessario considerare la posizione sugli angoli tracciati dal minimo. È anche importante considerare il numero di punti saliti dal minimo e a quanti punti si trova dal massimo.

Da un qualsiasi base o punto d’inizio, minimo o massimo, si possono tracciare due angoli di 45°, uno che sale verso l’angolo verticale e l’altro che scende. Naturalmente gli angoli sui grafici mensili e settimanali sono più importanti rispetto a quelli dei grafici giornalieri, perché il trend giornaliero può cambiare abbastanza spesso, mentre sui grafici con i minimi e massimi settimanali e mensili sono evidenziati, in base agli angoli solo i maggiori cambiamenti. Va sempre considerata la distanza in cui si trova un’azione dalla sua base o dal suo punto di partenza quando rompe o incrocia un qualsiasi angolo importante. Più lontano si trova dalla base, più importante è il cambiamento del trend, sia che l’azione incroci un angolo dal massimo sia che rompa un angolo dal minimo.

Quando c’è un doppio minimo a distanza di diversi giorni, settimane o mesi, si tracciano gli angoli da questi minimi. Per esempio se dal primo minimo tracciamo un angolo di 45° e dal secondo un angolo di 26, 50°, ossia di 1x2, il punto d’incrocio di questi angoli rappresenta un punto importante per un cambiamento del trend.

Gli angoli o le linee parallele corrono da minimi e massimi importanti. Come è già stato detto prima, l’angolo di 45° è quello prevalente e dovrebbe essere tracciato da tutti i massimi e minimi importanti. Se un’azione comincia a salire, tracciamo un angolo di 45° dal minimo, poi, se l’azione fa un massimo, scende e fa un minimo più alto, poi sale e fa un massimo più alto, tracciamo un angolo di 45° dal primo massimo, che va verso l’alto.

Ciò darà l’oscillazione o l’ampiezza di fluttuazione nel parallelo tra l’angolo di 45° dal minimo e l’angolo di 45° che sale dal massimo.
Spesso un’azione salirà verso l’angolo di 45° dal primo massimo, non riuscirà ad incrociarlo, poi scenderà e si fermerà sull’angolo di 45° dal primo minimo, poi salirà di nuovo, poi si svilupperà in un mercato toro prolungato tra questi due angoli paralleli.

Quando questi angoli sono molto distanti, si può tracciare un altro angolo di 45° tra loro equidistante, che è spesso un angolo forte di supporto da cui un’azione potrà fare un rally, ma quando lo rompe verso il basso, scende al minimo parallelo.

Si possono formare parallelismi tra gli angoli di 2x1 o 4x1 proprio come tra gli angoli di 45°, che spesso si formano in mercati che si muovono lentamente.


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