Oscillatori

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Gli indicatori e gli oscillatori servono all'Analista Tecnico per ottenere una immagine più nitida dell'azione del mercato, in sostanza propongono una rilettura dei valori di prezzo e del volume che evidenzia elementi della crescita o del calo di un trend di borsa non visibili immediatamente. Sono abbastanza facili da interpretare e da costruire, anche se le varianti dei classici oscillatori sono moltissime.

Gli oscillatori possono essere classificati a bassa e ad alta volatilità, di timing, di warning, di convergenza o di sentiment.

A Bassa Volatilità
Gli oscillatori a bassa volatilità sono indicati per l’impostazione dei segnali operativi di acquisto/vendita e si dividono in due sottoclassi:
1) di timing
Ad esempio il R.O.C. (Rate of Change) o il Price Oscillator. Per la regolarità della loro evoluzione sono particolarmente adatti per la costruzione di sistemi automatici di compravendita.
2) di warning
Ad esempio l'R.S.I. (Relative Strenght Index) che risulta particolarmente indicato per indagare le possibili fasi di inversione dei prezzi valutando la forza o la debolezza di un movimento in atto. Sono anche usati per filtrare le indicazioni degli oscillatori di timing.

Ad Alta Volatilità
Gli oscillatori ad alta volatilità sono invece indicati per un approccio al mercato che richieda l’intervento dell’analista e per tanto non sono utilizzabili per la costruzione di un sistema automatico di trading. Anche in questo caso sono presenti due sottoclassi:
1) di convergenza
Questo tipo di oscillatore fornisce delle utili indicazioni utili in caso di convergenza / divergenza con i prezzi. Ne è un esempio tipico Williams %R
2) di sentiment
Gli Oscillatori di sentiment sono i più volatili e quindi i meno adatti alla costruzione di un sistema di trading automatico (D.P.O Detrended price Oscillator).


Naturalmente oltre a questa classificazione generale è possibile farne una trasversale che raggruppa gli indicatori di prezzo, di volume, di ampiezza o ibridi.


  1. Il primo gruppo, quello di prezzo, è il più numeroso e comprende indicatori conosciuti come l’accelerazione e la velocità, il C.C.I., il D.P.O (che è un indicatore di sentiment), il K.S.T., il M.A.C.D., il R.O.C. , R.S.I. ecc…. La comune caratteristica di questi indicatori è che utilizzano, combinandoli diversamente, i valori di prezzo, minimo, massimo, chiusura, apertura.
  2. Il secondo gruppo, di volume, è composto da pochi indicatori che analizzano e propongono una rilettura dei dati del volume. Ne sono i principali esponenti il famoso O.B.V. (On Bilance Volume), il P.V.T. (Price Volume Trend), il Volume Oscillator e il Negative Volume Index.
  3. Il terzo gruppo, quello di ampiezza, propone una terza variabile per l’analisi oltre ai prezzi e ai volumi. L’ampiezza del mercato esprime il grado e la qualità della partecipazione delle azioni ai movimenti del mercato. Sono compresi in questo gruppo l’Advance Decline Line, Absolute Breadth Index, Advance/Decline Ratio.
  4. Il quarto e ultimo gruppo, quello degliibridi, contiene tutti gli indicatori che non è possibile classificare diversamente, ad esempio le Bande di Bollinger, Fourier, il S.A.R, la Volatilità.

Vedi anche: