ETF (Exchange Traded Fund)

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Gli ETF, acronimo di Exchange Traded Fund (quote di fondi comuni d’investimento o di Sicav scambiati in borsa), sono strumenti finanziari creati per replicare fedelmente il sottostante al quale sono collegati. Vengono scambiati in continuo come un qualsiasi titolo azionario e, rispetto ai normali fondi e Sicav, hanno commissioni di gestione molto basse e nessuna commissione d’ingresso e di performance. Le commissioni totali annue variano dallo 0,09% ad un massimo dell’1,5% e vengono pagate in proporzione al periodo di detenzione dell’ETF.

Possono pagare o reinvestire i dividendi e alcuni intermediari permettono la vendita allo scoperto per poter beneficiare anche della fase ribassista dello strumento finanziario collegato. Lo stile di gestione è assolutamente passivo; ciò nonostante gli ETF performano spesso meglio dei fondi attivi collegati agli stessi mercati.

Ovviamente i bassissimi costi di gestione hanno paradossalmente ritardato la diffusione di questo strumento tra gli investitori, poiché molte banche sono restie a consigliare fondi con un profilo commissionale così modesto. Diviene quindi possibile investire negli indici dei mercati emergenti, molto distanti geograficamente da noi ma con tassi di crescita enormi, o nelle materie prime semplicemente comperando un ETF, che replicherà fedelmente, appunto, l’andamento del sottostante.

Gli ETF quotati sul mercato italiano si negoziano sull’Etfplus, un mercato articolato in tre diversi segmenti che trattano le diverse tipologie di strumenti:

• il segmento A è dedicato alla negoziazione di quote o azioni di ETF;
• il segmento B è dedicato alla negoziazione di quote o azioni di ETF strutturati;
• il segmento C è dedicato alla negoziazione di ETC (Exchange-traded Commodities).

Il lotto minimo negoziabile è di una quota.

Vedi anche: