Tobin Tax

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Il nome Tobin Tax si deve all'economista U.S.A. James Tobin che la ideò e propose per la prima volta nel 1972. L'idea iniziale era di contrastare i movimenti puramente speculativi sulle valute per mezzo di una tassa che colpisse le transazioni rendendole meno convenienti. Idea che venne velocemente abbandonata data la scarsa efficacia nel perseguire gli scopi originali, per essere efficienti una tassa sulle transazioni dovrebbe essere applicata su tutti i mercati, viceversa si otterrebbe solamente un trasferimento dei traders da un mercato all'altro.

A seguito della crisi del 2008, considerata un sintomo della finanza malata e delle speculazioni più azzardate, si ricominciò a parlare di James Tobin e della sua Tobin Tax fino poi ad istituirla nel corso del 2013. 

L'imposta Tobin Tax

Dal 1° Marzo 2013 gli investitori che scelgono di acquistare azioni italiane con una capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro, sono tenuti a versare, per tutto il 2013 un’imposta dello 0.12% (nel 2014 l’aliquota si abbasserà allo 0.10%) del controvalore scambiato, se opteranno per un’operatività overnight

In sostanza gli impatti maggiori della Tobin Tax ricadono sui traders/investitori che amano lavorare sulle Blue Chips con strategie di swing trading che puntano a cogliere movimenti che durano qualche giorno o settimana. Per costoro l’operatività è particolarmente onerosa tanto da ritenere indispensabile la modifica delle proprie strategie. Basti pensare che l’investitore che esegue in media una sola operazione multiday al giorno (264 all’anno) con un controvalore di diecimila euro dovrà pagare ben 3.168€ di Tobin tax. Utilizzando il simulatore del sito http://www.tobin-tax.it/ si scopre che aggiungendo il costo delle commissioni bancarie, il capital gain, e i bolli dovrebbe realizzare un profitto stratosferico solo per coprire i costi. In questo caso la tassa diventa insostenibile in quanto è basata non sugli utili del trader, ma sul “fatturato” poichè, paradossalmente, andrà pagata anche su operazioni chiuse in perdita. Viceversa avrà impatto zero sui traders molto attivi ed evoluti (che probabilmente erano l’obiettivo del legislatore) che invece lavorando nell’intraday o su azioni/derivati esteri saranno totalmente esentati dal pagamento.

Impatto della Tobin Tax sui derivati

Per quanto concerne la Tobin Tax sui derivati, l’effetto è meno devastante, in quanto l’imposta non è calcolata in percentuale ma segue delle tariffe indicate nella tabella fornita dal ministero. Se ad esempio si acquistasse 1 contratto sul Footse Minb Future ai prezzi attuali (circa 17/18.000 punti) si pagherà una tassa di soli 30 centesimi (0.15€ in entrata e 0.15€ in uscita). In questo caso l’imposta viene pagata sia in fase di acquisto e vendita e non viene esentata l’operatività intraday. Più onerosa di cinque volte sarà la tassa sui derivati quotati su mercati non regolamentati e potrebbe penalizzare, ad esempio, i Cfd che avranno come sottostante un titolo o un indice italiano.

Tre possibili alternative

L’investitore domestico che vuole continuare ad investire sui mercati finanziari senza dover sobbarcarsi l’onere di pagare anche la Tobin Tax, ha di fronte a sé 3 alternative.
1) Può scegliere di operare sui mercati esteri, in questo caso occorre avere un’adeguata conoscenza della lingua straniera onde evitare di incappare in un gap informativo che induce a scelte di investimento non ponderate in maniera oculata;
2 )Può dedicarsi alla compravendita di azioni italiane con una capitalizzazione inferiore ai 500 milioni di euro, si tratta di titoli poco liquidi con la conseguenza di aumentare i rischi e gli slippage
3) E’ possibile effettuare operazioni Intraday, cioè effettuare l’operatività di acquisto / vendita di titoli azionari italiani nella medesima giornata.

La Tobin Tax Europea

Naturalmente, questo vale fin quanto non entrerà in vigore la Tobin Tax a livello europeo, dove la Commissione UE ha elaborato una proposta di direttiva per l’introduzione della Tassa negli undici paesi europei favorevoli. Dalle prime bozze sembra che l’imposta si pagherà sia su azioni che su obbligazioni con un aliquota pari allo 0.10%, mentre per i derivati sarà dello 0.01%. Inoltre l’esborso avverrà oltre che sul principio di residenza, anche su quello di emissione e cioè saranno tassate non soltanto le persone residenti negli stati aderenti, ma anche coloro che pur appartenendo ad un paese free Tobin, hanno scambiato titoli emessi dagli 11 paese UE pro Tobin. Tuttavia i tempi di applicazioni della tassa europea sembrano lunghi: l’obiettivo sarebbe quello di partire il 1° Gennaio 2014 in tutti i paesi che hanno deciso di istituirla, ma la strada sembra ancora lunga


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