Minibond

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I minibond sono obbligazioni a medio-lungo termine emesse da piccole e medie imprese (PMI) non quotate, destinate a piani di sviluppo, ad operazioni di investimento straordinarie o di refinancing. Permettono alle PMI di aprirsi al mercato dei capitali, riducendo la dipendenza dal credito bancario.

Con i due Decreti Sviluppo del 2012 (Decreto Legge 22 giugno 2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese, convertito in Legge con modificazioni il 7 agosto 2012; Decreto Legge 18 ottobre 2012, n.179 convertito in Legge con modificazioni il 17 dicembre 2012) sono stati rimossi i principali ostacoli di natura civilistica e fiscale che di fatto precludevano alle PMI la possibilità di emettere obbligazioni per raccogliere risorse finanziarie, privandole di qualsiasi reale alternativa alla strada tradizionale dell’indebitamento bancario. In virtù di questi interventi le PMI non quotate possono oggi emettere minibond sul mercato obbligazionario alle medesime condizioni delle società quotate in Borsa e dei "grandi emittenti”.

Con il Decreto Destinazione Italia del 2013 sono state poi introdotte ulteriori misure per favorire l’utilizzo dei minibond da parte delle imprese italiane e la loro diffusione fra gli investitori. Nel dettaglio: è stata resa meno onerosa l’accensione di garanzie accessorie, facilitando l’emissione di obbligazioni in forma secured; è stata favorita la costituzione di fondi specializzati o di società di cartolarizzazione per sostenere l’aggregazione e la selezione professionale di portafogli di minibond su cui sollecitare il mercato dei capitali; sono state create le condizioni per incrementare strutturalmente la quota di investimenti in questa nuova asset class da parte di soggetti istituzionali come le compagnie di assicurazione, i fondi pensione e le casse di previdenza dei professionisti. Ulteriori facilitazioni sono state introdotte dal Decreto Crescita e Competitività (Decreto legge del 24 giugno 2014, n. 91, come modificato dalla legge di conversione del 11 agosto 2014, n. 116).

Caratteristiche principali dei minibond

Le caratteristiche principali dei minibond sono:

  • durata non inferiore a 36 mesi;
  • limite quantitativo all’emissione disciplinato dall’art. 2412 c.c. (con deroghe);
  • destinati alla sottoscrizione e circolazione esclusivamente tra investitori professionali (istituzionali e privati qualificati ai sensi Mifid/Consob);
  • possibilità di dematerializzazione dei titoli e di quotazione su mercati regolamentati (es. ExtraMOT PRO di Borsa Italiana) e sistemi multilaterali di negoziazione.

Emissione dei Minibond

Possono emettere mini bond le PMI non quotate, diverse da banche e micro-imprese. Le piccole imprese hanno un organico inferiore a 50 unità o bilancio/fatturato annuo non superiore ai 10 milioni di Euro. Le medie imprese: organico inferiore a 250 unità e fatturato annuo non superiore a 50 milioni di Euro, bilancio annuale non superiore a 43 milioni di Euro.

L'emssione di minibond ha vantaggi per le imprese in termini di:

  • diversificazione del debito, attenuazione della dipendenza dal settore bancario, riqualificazione del passivo con conseguente miglior equilibrio economico-patrimoniale (allungamento della durata medie delle fonti di finanziamento, stabilità del credito, miglioramento degli indici di bilancio);
  • agevolazioni fiscali (deducibilità degli interessi passivi, deducibilità dei costi di emissione nello stesso esercizio in cui sono sostenuti, esenzione della ritenuta alla fonte sui proventi corrisposti);
  • promozione del brand.


Le piccole e medie imprese che vogliono emettere minibond devono diventare più trasparenti e aprire i propri dati finanziari storici e prospettici (quantitativi e qualitativi come nel caso dei business plan) ai potenziali investitori. Più informazioni si danno al mercato, più interessanti sono le imprese per gli investitori.

Collegamenti esterni

Vedi anche: