Chicago Board of Trade (CBOT)

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Versione del 28 apr 2012 alle 08:22 di imported>Stefano Fanton
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Il mercato delle granaglie, in mancanza di una vera e propria Borsa, era caratterizzato da ampie fluttuazioni dei prezzi del mais e del grano che in inverno raggiungevano picchi di prezzo, e in estate subivano un vero e proprio tracollo. Il mercato era inefficiente e a volte i prezzi erano così bassi da coprire appena i costi di spedizione, altre volte era addirittura più conveniente bruciare il raccolto piuttosto che consegnarlo.

La mancanza di un punto di riferimento che permettesse l’incontro tra la domanda e l’offerta spinse un gruppo di 25 uomini d’affari decisero di mettere un po’ d’ordine nel caos di quegli anni turbolenti.

Era il 1848 quando venne alla luce il Chicago Board of Trade (CBOT), la più antica borsa per futures e opzioni.

L’esigenza che aveva portato alla creazione del CBOT era quella di far incontrare le controparti riducendo le oscillazioni dei prezzi, poter stabilire in anticipo il prezzo per una determinata materia prima metteva al riparo da oscillazioni improvvise dei prezzi.

I primi scambi erano di contratti forward che avevano il difetto di non eliminare il rischio di credito poiché non era garantito che le controparti onorassero il contratto. Ma questo non era il solo problema dei primi contratti forward, la titolarità del contratto ne impediva un facile trasferimento e questo grosso limite alla liquidità del mercato ha portato all’ideazione del primo contratto forward standardizzato.

Era il 1864 ed era nato il future del CBOT, uno strumento che permetteva di comperare e vendere un prezzo, anche senza consegnare o ritirare il sottostante.A cosa servono i futures? Principalmente nascono come strumento di copertura dei rischi di fluttuazione dei prezzi. Immaginiamo che un produttore di mais desideri essere certo del prezzo di vendita del proprio prodotto; non dovrà far altro che vendere dei contratti sul mais fissando data di consegna e prezzo senza più preoccuparsi dell’andamento del prezzo.

Nella realtà i futures sono trattati anche da chi non deve consegnare un bel nulla ma desidera sfruttare l’andamento del sottostante. Un terreno fertile per la nascita della speculazione pura. Se alla scadenza del future non vi sono operazioni compensative tra chi ha comperato e chi ha venduto il future, la parte che ha venduto può “forzare” la parte che ha comperato ad accettare la consegna, così come la parte che ha acquistato può “forzare” la parte che ha venduto ad effettuare la consegna.


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In questa cartolina del 1918 è possibile vedere com'era fatto anticamente l'edificio che ospitava il Chicago Board of Trade.


Pochi decenni dopo l’introduzione dei future i venti di guerra soffiavano ovunque, la prima guerra mondiale era ormai iniziata e il governo USA fu costretto a vietare il trading sui future con lo scopo di stabilizzare i prezzi. Il divieto duro ben tre anni ma fu sostanzialmente inefficace, i prezzi subirono ugualmente violente oscillazioni fino alla ripresa della negoziazione del future.

A quel punto i prezzi presero una ben precisa direzione: crollarono!

Il governo USA tentò di regolamentare i futures e nel 1932 emise il Grain Futures Act, e in seguito il Commodity Exchange Act del 1936 che sostituiva la precedente regolamentazione. Si volle porre un freno agli speculatori che manipolavano il mercato con una pratica chiamata “cornering the market” e la soluzione fu di limitare la quantità massima di contratti che un singolo soggetto poteva mantenere aperti.


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In questa vecchia foto del 1933 è immortalato il nuovo edificio che ospita ancora oggi il Chicago Board of Trade.


Qualche decennio dopo, nel 1968, nacque nel CBOT il primo future non agricolo chiamato “Iced Broiled” e l’anno seguente fecero la loro comparsa i futures su argento e legno compensato. Ne seguirono molti altri.

L’era dell’informatica stava per nascere e nei primi anni 70 fecero la loro timida comparsa i computer nel mondo del trading, nel 1973 cominciarono le contrattazioni sulle opzioni su azioni del Chicago Board Options Exchange (CBOE).

Gli speculatori cercavano sempre di manipolare i prezzi del mercato dei futures, in particolare nel COMEX (la borsa dei metalli di New York) e nel CBOT.

Il floor era una vera e propria arena dove i prezzi, anziché i gladiatori, si scontravano ferocemente e, a volte, a danno del cliente. Un vero e proprio Far West finanziario che le autorità non potevano più ignorare e nel 1989 l’FBI arrestò molti trader del floor accusati di diverse attività illegali.

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Piantina del floor dove vengono scambiati i principali contratti future e opzioni.


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Floor dove vengono scambiati i principali contratti future e opzioni.


La vera svolta nel trading sul CBOT avvenne negli anni novanta con l’introduzione del trading elettronico e la feroce competizione tra le diverse Borse, la concorrenza fece da traino alla riduzione drastica dei costi di intermediazione e questo rese molti mercati, CBOT compreso, ancora più interessante agli occhi di molti investitori e speculatori.

Iniziò l’era delle fusioni e molte Borse vennero inglobate. Una sorte che toccherà anche al CBOT nel 2007, inglobato nel Chicago Mercantile Exchange (CME). Dalla loro unione è nato il CME group che controlla anche il New York Mercantile Exchange (NYMEX) (la borsa degli energetici di New York e il Commodities Exchange (COMEX) (la borsa dei metalli).

Le contrattazioni avvengono al 141 West Jackson Boulevard di Chicago, nell’edificio del CBOT.

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