Pi - Il teorema del delirio

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π - Il teorema del delirio (π o Pi) è un film indipendente a basso costo del 1998 che in un'atmosfera inquietante e dalle atmosfere cupe racconta la storia di un genio matematico, Maximillian Cohen che cerca di ottenere uno schema per predire le quotazioni di borsa. Inevitabilmente la sua ricerca susciterà più di un interesse.

Il film ha vinto il premio alla regia al Sundance Film Festival del 1998 ed ha ottenuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale.


Citazioni

  • "9 e 13, nota personale: quando ero piccolo mia madre mi diceva che non bisogna mai guardare fisso il sole, ma una volta, a sei anni, l'ho fatto. I dottori non sapevano se i miei occhi sarebbero guariti, io ero terrorizzato, ero solo in mezzo a tutto quel buio. A poco a poco la luce cominciò a farsi strada fra le bende e io riacquistai la vista, ma qualcosa era cambiato dentro di me, e cominciarono le emicranie." (Maximilian)
  • "12 e 45, enuncio di nuovo le mie teorie. Primo: la natura parla attraverso la matematica; secondo: tutto ciò che ci circonda si può rappresentare e comprendere attraverso i numeri; terzo: tracciando il grafico di qualunque sistema numerico ne consegue uno schema. Quindi ovunque, in natura, esistono degli schemi. Ecco le prove. La ciclicità delle epidemie, la crescita e la riduzione delle mandrie di caribù, la ciclicità delle macchie solari, le piene e le secche del Nilo. E allora parliamo della Borsa, di quell'universo composto da numeri che rappresenta l'economia globale, milioni di mani che lavorano, miliardi di cervelli, un'immensa rete umana che grida alla vita: un organismo, un organismo vivente. La mia ipotesi: anche nella borsa esiste uno schema, ed è proprio davanti a me, nascosto fra i numeri: è sempre stato lì. 12 e 50: premo invio." (Maximilian)
  • "Ferma il cervello Max, affidati all'istinto, usa l'intuito." (Sol)
  • 11 e 22, nota personale: Sol è come morto quando ha interrotto le ricerche sul pi greco, non è stata solo colpa dell'infarto, è come se si fosse spento. Perché si è fermato quando era arrivato così vicino all'essenza del pi greco? Come si può smettere di credere che esiste uno schema, un ordine preciso dietro ai numeri quando si sta per toccare la verità. Noi vediamo la semplicità del cerchio, vediamo la complessità di quella sfilza di numeri, tre virgola uno verso l'infinito. (Maximilian)
  • "94143243431512659321054872390486828512913474876027
    '67195923460238582958304725016523252592969257276553
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    '
    829519475412398501 (Euclide[1]) [Le cifre sono 218 e non 216]
    '4 e 42, nuove prove: ricordate Pitagora? Matematico di tendenza. Atene 500 a.C., anno più anno meno, il suo credo principale? Che l'universo è composto di numeri. Il suo contributo principale? La sezione aurea. Rappresentata geometricamente dal rettangolo aureo. La proporzione tra base e altezza è assolutamente perfetta, usando l'altezza possiamo costruire all'interno un quadrato, la porzione residua forma un altro rettangolo aureo più piccolo, lo stesso procedimento si può ripetere all'infinito." (Maximilian)
  • "11 e 18, ancora prove: ricordate Leonardo da Vinci? Pittore, inventore, scultore, naturalista. Italia XV secolo. Riscoprì la perfezione assoluta del rettangolo pitagorico, e lo utilizzò nelle sue opere. Tracciando una curva all'interno dei rettangoli si genera la mitica spirale. Pitagora amava questa forma che secondo lui era ovunque in natura: la conchiglia del nautilo, le corna dell'ariete, i vortici, le trombe d'aria, le impronte digitali, il DNA e perfino la Via Lattea." (Maximilian)
  • "9 e 22 nota personale: quando ero piccolo mia madre mi diceva di non guardare fisso il sole, ma una volta, a sei anni, lo feci. Da principio quella luce accecante era insopportabile, ma io non distolsi gli occhi neanche per un momento. A poco a poco la luce iniziò a dissolversi, le mie pupille si ridussero a capocchie di spillo, e riuscì a mettere tutto a fuoco. Per un momento vidi e capii. 'Ecco la mia nuova teoria: se noi siamo delle spirali e viviamo in una gigantesca spirale, allora tutto ciò che ci circonda si fonda in quella spirale." (Maximilian)
  • "10 e 15, nota personale: la definizione giusta di questo momento è che sono sull'orlo di un precipizio, ed è lì che succede tutto." (Maximilian)
  • "È soltanto un numero. Sono sicuro che non avete fatto altro che scrivere tutti i numeri di 216 cifre, tentando di decifrarli, di intonarli, non è vero? E dove vi ha portato? Quel numero non è niente! È tutto fra le righe, è la sintassi, è quello che esiste tra le cifre, e se voi non l'avete capito è perché non siete voi i prescelti! L'ho trovato io! L'ho trovato io! E io solo l'ho capito, sarò io a vedere Dio! Rabbino il tuo Dio ha scelto me!" (Maximilian)
  • "5 e 13, nota personale: si muove tutto più in fretta e io solo... 7 e 10, se fissi il vuoto puoi diventare cieco. Cosa possono fare gli occhi senza il cervello? Niente? Se non c'è un cervello che trasmette le immagini che vediamo, non vediamo niente... il mio cervello è rimasto indietro, i miei occhi lo sanno, bisogna cercare, cercare e sperare.. oliare il cervello per farlo correre. Sono fermi con i miei occhi in mano, stavano correndo troppo, dicono che non c'è più tempo... Come facciamo a stringere l'essenza di Dio? Le mani mi fanno male, gli occhi si stanno chiudendo, il mio cervello è in ritardo, in ritardo, ma io sto cominciando a vedere." (Maximilian)

Vedi anche:

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