L'analisi ciclica

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Versione del 14 feb 2012 alle 10:36 di imported>Stefano Fanton
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Al pari di altre teorie, l’analisi ciclica deriva gran parte della sua filosofia di base dalle relazioni con il mondo naturale, in questo caso i cicli ricorrenti delle stagioni, dei pianeti, e di altri eventi ripetitivi quali, i movimenti migratori, i cicli economici e sociali. Con l'occasione va ricordato che anche Gann fu sensibilmente influenzato dai cicli economici.

Non c’è grande accordo fra traders e analisti sull’esistenza di differenti cicli e soprattutto sulla loro utilità nel compiere analisi previsionali di mercato. I cicli possono essere di tale ampiezza temporale da risultare poco interessanti da applicare pragmaticamente in una strategia di trading, a meno che si voglia pianificare un’operatività dall’ampiezza di qualche anno.

Alcuni cicli sono peraltro molto noti, sul mercato americano, esistono società specializzate nel diffondere la durata dei cicli correlati ai cambiamenti stagionali che riguardano alcune commodities. Altri cicli comunemente impiegati sono quelli che corrispondono alle cifre simpatiche, (per esempio, 5, 10, 20, 50, ecc.), cifre che vengono poi impiegate per l’ampiezza temporale di talune medie, o impiegati negli indicatori e oscillatori. Un ciclo molto diffuso è quello popolare che si sviluppa in 28 giorni, corrispondenti, all’incirca, al ciclo lunare. Il valore dei cicli, nel momento in cui sono chiaramente definiti, è comprovato dal tempo.

La lunghezza del ciclo, misurato da minimo a minimo, è chiamata periodo. Una volta che il periodo è stabilito, sia esso 20 giorni o 20 mesi, può essere impiegato per determinare future configurazioni di prezzo: un principio fondamentale dell’analisi ciclica è che due o più cicli possono essere sommati tra di loro per formare un unico e più ampio ciclo, noto come principio della sommatoria.

I massimi e minimi di vari cicli possono coincidere tra loro, dando una spinta fondamentale al prezzo. In altre circostanze, i cicli possono lavorare uno contro l’altro, (vi può essere coincidenza fra un ciclo rialzista e uno ribassista), indebolendo così l’azione sul prezzo sottostante.

In sostanza, i mercati sono mossi dall’azione di più cicli di varia ampiezza, e le configurazioni di prezzo sono il risultato di questa forza, ora convergenti, ora contrastanti. Il problema è tutto nel definire le componenti cicliche del mercato che si considera e nel capire da cosa esse siano mosse.

Il vantaggio dell’analisi ciclica è nella possibilità di identificare le tendenze di lungo periodo: se si ha un’idea chiara di dove ci si trovi, si potrà avere una più adeguata idea di dove si sta andando, in questo modo si riduce il rischio di sbagliare operando contro il ciclo. Un’altra utilissima applicazione deriva dall'usare le medie mobili e gli oscillatori corrispondenti all’ampiezza del ciclo dominante.

Un ciclo che ha attirato su di sé parecchia attenzione è quello dei 54 anni, sviluppato dall’economista sovietico Nikolai Kondratieff con lo studio di una vastità di serie storiche di commodities e variabili economiche e sociali.

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Nikolai Kondratieff

Egli giunse alla conclusione che i prezzi si muovono in cicli lunghi 54 anni, per l'appunto. Le importanti deduzioni di quest'economista non furono però considerate dalle autorità statali del suo paese che, dopo molte insistenze decisero di ricompensarono con un biglietto di sola andata per i campi di lavoro forzato.

Brutta vita quella degli analisti di mercato!

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