John J. Murphy

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"...much of the confusion about technical analysis arises from a lack of understanding of what technical theory really is and the rationale or philosophy upon which is based" (Technical Analysis of the Futures Markets, pag. xv)

"Technical Analysis is simply one approach to market forecasting based on a study of the past, human psycology, and the law of probabilities. It is certainly not infallible, but it is a techniques that works more often than not, has stood the test of time in the real world of trading, and is worthy of study by any serious student of market behaviour" (pag. xviii).

...for at least a third of the time, by a conservative estimate, prices move in a flat, horizontal pattern that is referred to as trading range. This type of sideways action reflects a period of equilibrium in the price level where the forces of supply and demand are in a state of relative equilibrium" (pag. 55).


Quando si parla di Murphy in analisi tecnica, il pensiero sorvola sul sorriso beffardo del simpatico attore di colore, tralascia le sarcastiche leggi (appunto, le leggi di Murphy) e si posa sul nome di uno dei padri moderni della disciplina: John J. Murphy.

John Murphy, a differenza dei suoi colleghi più illustri, non è noto per aver legato il suo nome ad una teoria o, come più spesso è avvenuto, ad un indicatore: lo stesso Pring, il cui lavoro è vasto e ricco di spunti interessanti, ha guadagnato fama mondiale solo grazie al suo complesso sistema ponderato di rates of change: il KST. Al contrario, il lavoro di Murphy non si lega ad un concetto, una teoria particolare, eppure nessun serio analista può considerarsi tale senza aver letto il suo primo libro: Technical Analysis of the Futures Markets, un'opera che si consiglia al profano così come all'esperto.

Scrittore di successo, trader, gestore, formatore, editorialista, opinionista televisivo: è difficile far rientrare il Nostro in una sola di queste categorie, e forse la cosa più giusta è considerarlo un analista globale (e ciò ci porterebbe a parlare dei suoi studi di analisi intermercato, ma di questo parleremo più avanti): è ragionevole considerarlo un veterano, visto che John Murphy entra nel settore all'inizio degli anni '60, quando viene assunto dalla CIT Financial Corporation come analista tecnico del mercato azionario: nei primi due anni della sua attività si dedica all'apprendimento dei fondamenti dell'analisi grafica, e del resto occorre considerare che a quell'epoca la rivoluzione informatica era ancora lontana, per cui l'analista tecnico era giocoforza chartist, e non anche technician.

Ad ogni modo, all'inizio degli anni '70 passa alla Merrill Lynch, e qui si interessa del mercato delle commodities, come analista prima, e come gestore poi. Si ricordi che gli anni '70 furono caratterizzati dall'esplosione dei mercati delle merci e delle materie prime, e questo contribuì a formare velocemente il "giovane" Murphy. Ad ogni modo, all'inizio degli anni '80 si verifica uno dei numerosi punti di svolta che caratterizzeranno la sua carriera: Murphy costituisce una società di consulenza, e inizia a tenere dei corsi di analisi tecnica per conto del New York Institute of Finance. Fu in questi anni che pose le basi per il suo testo: Murphy constatò l'assenza di un vero e proprio libro di testo sulla materia, in grado di comprendere tutti i principi su cui egli si basava nei suoi corsi.

E fu così che, spinto dall'editore Prentice-Hall, proprietario del NYIF, ha inizio un lungo lavoro, all'inizio apparentemente facile, ma che lo impegnerà per tre anni: Technical Analysis of the Futures Markets vede la luce nel 1986, ed è oggi uno dei libri storicamente più letti e venduti, tradotto in differenti lingue (compresa quella giapponese). Una vera bibbia dell'analisi tecnica (quasi 600 pagine), che espone in dettaglio tutti gli strumenti impiegati dal trader: dalle tecniche di costruzione dei grafici ai patterns di continuazione e di inversione, dallo studio dei volumi alle medie mobili, dalla contrary opinion ai cicli temporali, dai trading system a Gann e Elliott, passando per gli oscillatori più diffusi.

Dopo la pubblicazione del suo libro, il nome di Murphy ha incontrato una tale diffusione da entrare anche nelle case delle famiglie americane: il suo programma serale, Tech Talk, diffuso dalla TV via cavo CNBC, è visto da oltre 20 milioni di persone, e questo la dice lunga sulla diffusione di questa disciplina negli States, e guardata ancora con sospetto nel nostro paese. Ma torniamo alla storia di John J. Murphy. Già nella sua prima fatica editoriale si faceva riferimento all'opportunità di non limitare la propria indagine al mercato azionario, dato che gli elementi che lo influenzano sono al di fuori di esso. Si fa strada un nuovo percorso analitico, quello della Intermarket Analysis: Murphy riconosce come spesso l'analista prescinda dall'andamento degli altri mercati - in particolare quello dei bonds, delle commodities e delle valute - e come purtuttavia l'andamento di questi mercati fosse intimamente correlato; del resto, non è un mistero (e ne abbiamo avuto una lucida evidenza empirica a partire dalla fine del '92) come alla fine di un ciclo economico, quando l'economia è in fase di recessione, il primo mercato a segnare il minimo è quello obbligazionario.

La risalita dei corsi fa scendere i tassi di interesse, e questo va a vantaggio dell'intera economia, in particolar modo delle aziende interest-sensitive, che in questo momento trainano il mercato azionario. Più tardi, la fase di ripresa economica spingerà il mercato azionario verso la fase di topping: nel frattempo, i tassi raggiungono il loro minimo ciclico e iniziano a risalire, anche per prevenire pressioni inflazionistiche da un'economia in via di surriscaldamento; alla lunga questo deteriora le aspettative, e porta le azioni al raggiungimento del loro massimo ciclico, mentre avanza il mercato delle commodities, spinto dalle aspettative di rialzo dei prezzi e dalla ripresa economica in atto. Se consideriamo che questo processo economico si realizza, in modo asincrono, in tutti i paesi del mondo, ben comprendiamo l'utilità di un approccio intermarket, tenendo anche conto della globalizzazione ormai in atto a livello internazionale. Intermarket Technical Analysis è il titolo del secondo libro scritto da Murphy, un libro che apre ufficialmente un nuovo filone di studi, un filone affascinante e tuttora in fase di sviluppo (si pensi alle applicazioni della teoria del caos).

Ad ogni modo, il lavoro svolto nell'area intermarket non smentisce le sue conclusioni di analista tecnico: "il tecnicista crede che tutto quello che può potenzialmente influenzare i prezzi del mercato -fattori fondamentali, politici, psicologici e altro - è riflesso nei prezzi di quel mercato", che, come risultante della domanda e dell'offerta, "riflettono la psicologia rialzista o ribassista della piazza". Il grafico, insomma, riflette tutti i fattori fondamentali, ed è quindi un completo strumento di lettura; del resto, l'analisi fondamentale trascura un importante elemento, il prezzo.

Ai critici che sostengono argomentazioni tipo:"i grafici ci possono dire dove il mercato è stato, non dove il mercato andrà", Murphy risponde con sicurezza:"il grafico non potrà mai dire niente se non si è in grado di leggerlo". L'analisi tecnica non è leggere la sfera di cristallo, non è leggere i fondi del te': è semplicemente: "un approccio alla previsione di mercato basato sullo studio del passato, sulla psicologia umana e sulla legge delle probabilità. E' una tecnica certamente non infallibile, ma ha ormai superato il test del tempo, ed è ormai ricca di approfondimenti di tantissimi seri studiosi del comportamento del mercato". Già, come quelli di John J. Murphy, l'autore della teoria omonima.

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